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IL PERIODO NON E’ FACILE PER NESSUNO
È proprio così cari amici, il periodo non è facile per nessuno.
Non mi sto piangendo addosso e so di essere più fortunato di molti di voi che leggete i miei articoli, ma sono ormai 6 mesi che anche io sono in cassa integrazione al 50%.
Questo significa più tempo per la famiglia, per lo studio, per le proprie passioni ma anche meno denaro.
Così si cerca di risparmiare come si può, si limitano i pasti fuori casa in asporto, scegliendo ogni settimana uno dei nostri locali preferiti a rotazione per cercare di sostenere nel nostro piccolo la loro economia, e si utilizza molto il too good to go, ovvero le offerte proposte dai locali su alcune loro preparazioni o piatti venduti in offerta a fine serata, a prezzi davvero stracciati.
Tra i vari locali che propongono questo servizio, andiamo sovente da Aldo’s Bakery, una panetteria pasticceria situata nel quartiere torinese di San Salvario, con dei prodotti davvero buoni, della quale sono anche regolarmente cliente.
La location di Aldo’s mi serve per farvi comprendere dove mi trovavo questa sera, alle 19.00, affinchè possiate capire il contesto del mio disagio…
Per raggiungere la panetteria ho attraversato tutta la zona della movida del quartiere, che generalmente parte da corso Marconi per arrivare fino a corso Vittorio Emanuele II, incrociando un numero impressionante di gruppetti di ragazzi, ma anche meno giovani, che pur chiaramente non facenti parte della stessa cerchia, si trovavano in un contesto di assembramento: senza mascherine, senza distanziamento di sicurezza (distanziamento sociale per quanto corretto, non mi piace proprio come termine) davanti a locali ancora aperti che serenamente continuavano a vendere da asporto (nel pieno dei loro diritti), ma senza curarsi della situazione al loro esterno.
Ed a giudicare dall’articolo apparso su La Stampa che potete leggere qui

è una situazione palesemente sotto gli occhi di tutti da diverso tempo.
Ora mi chiedo: perchè da lunedì il Piemonte sarà nuovamente in zona arancione?
Queste attività, come molte altre, perderanno la bellissima opportunità di poter accogliere i propri clienti all’interno dei loro locali, e se le situazioni che ho visto questa sera continueranno, probabilmente arriveremo anche a superare il numero di contagi a causa dei quali si passerà in fascia ancor più restrittiva, con il blocco di tutto il commercio.
Ma questa condizione, non è che se la sono creata da soli?
Con questo intendo riaffermare un concetto già espresso in un mio altro articolo, dove dico che siamo tutti responsabili di un miglioramento della situazione, ma i baristi, i gestori di attività ricreative, devono rispettare per primi l’utilizzo delle mascherine, dei sanificanti e del distanziamento (perché davvero non vi dico cosa vedo dietro i banconi dei bar o nelle cucine a vista), e successivamente devono far rispettare le regole anche all’esterno del proprio locale, dai clienti, cosa che purtroppo non avviene da quando siamo diventati zona gialla.
Il rischio di diventare impopolari tra la clientela è concreto ma si sarebbe continuato a rimanere aperti, produttivi e allegri, cosa che sicuramente da lunedì saremo meno!
Invece di approfittare e fare scorpacciata di uova oggi, attendere per la gallina di domani sarebbe stato meglio…
Happy orange week!
Fabio
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Stefano Buczkowsky
Responsabile Vendite
COSTADORO SPA
Tel. +39 011 2483804 – Cell. +39 347 2282309
stefano.buczkowsky@costadoro.it
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Ciao Fabio.
Sono Stefano, una sorta di tuo “collega”.. Sono responsabile vendite di una torrefazione,e giro parecchio nell area nord ovest e vedo davvero tante realtà.
Ho letto il tuo articolo sulla gestione degli assembramenti..
Un tema particolarmente difficile.
Se da un lato come dici tu, dovrebbe esserci più attenzione da parte dell esercente, dall altro vedo come a volte sia davvero difficile esercitare questa attenzione..
A volte, aldilà delle responsabilità personali che sicuramente ci sono, diventa proprio difficile esercitare il proprio lavoro e fare da poliziotto per controllare quello che succede all esterno…
Io ho qualche cliente che preferisce chiudere alle 17 piuttosto che rischiare la ressa dell aperitivo all ultimo minuto..
O ancora pasticcerie che, per evitare code disordinate o addirittura litigi, hanno tolto la macchina da caffè aspettando tempi più certi…
Tutto questo non è giusto.
È davvero una situazione difficile.
Forse ci vorrebbero controlli più severi da parte di chi è deputato a farli…forse..
Certo è che con il buon senso di tutti potremmo uscire più in fretta da tutto questo.
Ti auguro un buon lavoro, e teniamo sempre duro.
Con simpatia,
Stefano
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Ciao Stefano. Grazie per il tuo pensiero.
Nel corso della mia vita ho avuto diversi locali e tra questi un pub di proprietà, in età giovanissima, e so bene quindi di cosa parli; io combattevo tutte le sere per far rispettare il silenzio fuori del locale, e dopo un certo periodo di tempo, devo essere sincero, avevo la collaborazione dei miei stessi clienti che intervenivano nei confronti di chi schiamazzava, anche se non si conoscevano.
Certo, ci vuole spirito imprenditoriale e qualche investimento: io offrivo una birra piccola a chi faceva smettere di far casino ed una a quello che parlava troppo a voce alta la prima volta che questo accadeva, chiarendo che se fosse successo nuovamente non avrei più potuto averli come clienti, perchè all’epoca non si scherzava con la chiusura, ed a me hanno chiuso per schiamazzi per una settimana oltre la multa, ho imparato la lezione!
Questo è il motivo per cui ho scritto nell’articolo che si rischia di diventare impopolari, ma non ci sono altri mezzi, e le forze dell’ordine ci sono, ma non possono essere dappertutto.
Diciamo che basterebbe maggiore educazione e rispetto da parte dei clienti, ma non siamo in Finlandia, Norvegia o Svezia…
Se tutti rispettassimo le regole e fossimo uniti nel farle rispettare ai nostri vicini, sono certo che nessun governo imporrebbe misure come quelle attuali, ma la situazione come dici tu è davvero difficile, e non ci sono molte altre soluzioni.
Teniamo duro!
Grazie e buona giornata!
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