QUANDO È IL BARISTA AD ACQUISTARSI LA MACCHINA PER ESPRESSO: COME SCELGO LA MACCHINA PER IL CAFFÈ ESPRESSO?
IL PRESSOSTATO
Tra le molteplici componenti che concorrono al miglioramento della performance di una macchina per espresso, anche il pressostato fa la differenza: meccanico o digitale?
I due tipi di pressostati hanno tempi di reazione e possibilità di gestione e controllo molto differenti.
Il primo normalmente funziona agendo sulla pressione che si sviluppa in caldaia. Al variare della pressione (che cambia in funzione della temperatura), da consenso alle resistenze che attivandosi riportano la temperatura (e quindi la pressione) al livello impostato.
L’acqua in transito negli scambiatori di calore si scalderà in proporzione.
Il barista può controllare il valore del pressostato tramite l’indicatore (analogico o digitale) che indica la pressione in caldaia, che può variare da 0,9 bar fino anche a 1,4 bar. Sovente l’indicatore della pressione in caldaia è unito all’indicatore della pressione dell’acqua, utilizzato per verificare che in fase di erogazione la pressione sia costante a 9 bar.
Nella foto qui sotto ne vedete di un paio di modelli, di cui uno su macchina accesa, con pressione in caldaia di 0,9 e pressione dell’acqua dell’acquedotto (quindi non i fase di erogazione) di 6 atmosfere.
La sua precisione è legata alla pressione presente in caldaia, e talvolta può differire dalla reale temperatura che si desidera per l’acqua in erogazione al gruppo, vuoi per usura o malfunzionamento degli strumenti, vuoi per interventi apportati appositamente dal tecnico installatore (applicazione di gigleur o altri sistemi per la modifica del flusso di acqua inerente la circolazione termosifonica o l’acqua in erogazione).
I pressostati elettronici , tecnicamente chiamati trasduttori di pressione, hanno una menbrana con sensore simile a quello selle bilance elettroniche che trasforma il valore di una forza in un segnale elettronico (ringrazio Paolo Dalla Corte per la preziosa ed importante correzione tecnica), e possono essere posizionati in differenti punti della macchina espresso, riuscendo quindi a gestire anche diverse temperature (prendiamo l’esempio della Nuova Simonelli T3 – ma non è l’unica, lo scoprirete nelle schede dirette – che è in grado di controllare la temperatura nella caldaia primaria, una diversa temperatura sulla testa del gruppo ed un’altra ancora dell’acqua nella caldaia caffè dei gruppi che determinana la temperatura dell’acqua in arrivo sul pannello del caffè). Inoltre, i misuratori digitali sono più precisi e veloci nella risposta rispetto ai meccanici.
E con questo ultimo argomento abbiamo analizzato le principali componenti di una macchina per espresso, senza addentrarci in particolarità od optional che sono poi le possibilità di personalizzazione che ogni azienda offre ai propri clienti, e che vanno dalla gamma dei colori ai servizi di gestione remota fino ai controlli della pressione di erogazione dell’acqua.
Per un barista professionista la macchina da caffè è un po’ come la vettura per un pilota: devi conoscerla, saper riconoscere il suo rumore, capire dove e come intervenire per migliorare le performance del tuo ESPRESSO, curarla e coccolarla, deve essere la più adatta alle tue esigenze e necessità e poi, proprio come una vettura, un pochino ti deve RAPPRESENTARE.
Per questo il suggerimento è quello di usufruire delle fiere di settore e, come ad un motor show, guardarle, toccarle, provarle e conoscerle per poi decidere quale acquistare.
E ricordatevi, amici baristi, che la PROPRIETÀ di una macchina vi pone in condizione di favore nella trattativa con i torrefattori, svincolandovi sovente da contratti capestro.
Dal prossimo appuntamento inserirò una scheda di quello che è il modello di punta delle principali case produttrici, e starà quindi a voi decidere, con le informazioni a disposizione, quale potrebbe essere la VOSTRA prossima MACCHINA!
Buon espresso a tutti!
I pressostati elettronici , tecnicamente chiamati trasduttori di pressione non hanno sonde di temperatura ,bensi una menbrana con sensore simile a quello selle bilance elettroniche che trasformano il valore di una forza in un segnale elettronico.
Mentre riguardo quanto scritto da sulla Simonelli T3 , non commento perchè sarei di parte , ma mi piacerebbe che questi signori vi spieghino come è possibile misurare la temperatura sul pannello del caffè
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