SPECIALTY COFFEE: UNA MODA, UN MUST O UNA RISORSA?
Il mondo sta scoprendo con estrema velocità la presenza degli specialty coffee.
Non perché questi stiano arrivando solo ora sul mercato, ma bensì perché anche le grandi multinazionali quali Nespresso o le grandi catene come Starbucks stanno iniziando a proporli ed a pubblicizzarli, con il loro indubbio impatto mediatico e diretto su milioni di persone.
In giro iniziano a serpeggiare domande tra le più disparate…. “Ma allora tutti possono fare specialty? E cosè uno specialty coffee? Quindi la SCAA ha certificato Nespresso? “E via dicendo…
Forse è il caso di iniziare a fare un po’ di chiarezza!
Gli speciality coffee sono dei caffè di altissima qualità, selezionati da un panel di assaggiatori qualificati e che in fase di assaggio seguono delle rigide direttive dettate dalla SCAA per la loro valutazione ( http://scaa.org/?page=resources&d=what-is-specialty-coffee).
Al termine di una serie di assaggi, se i valori riscontrati sono compresi tra un valore di 80/100 e 100/100 possono essere commercializzati come “specialty coffee”.
Ovviamente, i caffè che possono appartenere a questa categoria sono molto pochi nel panorama mondiale, ed anche le quantità a disposizione non sono elevate… paragonateli a dei “cru” o a dei “millesimati” nei vini.
Ora, a fronte di queste informazioni, potete capire che “chiunque” può acquistare degli specialty e decidere di commercializzarli, indipendentemente dal brand che rappresenta, e se a fare questo è una grande multinazionale, forse c’è da riflettere sul fatto che prima di fare questa scelta l’azienda in questione ha certamente effettuato degli importanti studi di settore, e dei grandi investimenti di marketing.
Nel 2012, un report della SCAA iniziava una sua relazione con questa frase: “Specialty coffees represent 37% of US coffee cups and are considered the highest quality in the world.”
e l’aggiornamento del 2015 parla di un aumento fino al 48% ! ( http://www.scaa.org/?page=resources&d=facts-and-figures)
E allora, avere dei caffè di alta qualità, selezionati e certificati, magari non perfettamente “bilanciati” in estrazione per via di “costrizioni” dovute dal sistema del monoporzionato o da una scala economica da dover seguire, ma comunque di altissima qualità, e riuscire ad offrire al GRANDE PUBBLICO una esperienza nuova, diversa, particolarmente fruttata e floreale con acidità di frutti rossi e agrumi maturi… ma vi sembra poco!
Io lo considero un aiuto concreto ad uscire dalla cappa opprimente della “dark side”, del caffè tostato scuro, forte e nero, dove l’unica percezione aromatica è l’amaro…
Stà a noi adesso, torrefattori, baristi, appassionati, clienti…con le nostre competenze, con la nostra capacità di coinvolgere gli amici, con la voglia di provare e sperimentare a far scoprire che gli “specialty” sono in grado di offrire grandi emozioni e sapori fino ad ora sconosciuti!
… Scusate, ma mia moglie ha smesso di guardare “Magic Mike” e mi stà rubando il caffè…
Buon SPECIALTY COFFEE a tutti!
Fabio
Rispondi